Piano Protezione Civile

Piano Protezione Civile del Comune di cantalupo nel Sannio

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Premessa

Il presente Piano Comunale di Protezione Civile raggiunge i seguenti obiettivi:

– Individuare scenari di rischio e modalità di intervento
Divulgare e comunicare ai cittadini le misure da adottare in risposta ad eventi emergenziali
Rendere note situazioni di rischio in modo continuativo.

II piano rappresenta uno strumento dinamico che andrà periodicamente aggiornato e revisionato.

Il modello di intervento, articolato nei livelli nazionali, regionale, provinciale e locale, consiste nell’assegnazione delle responsabilità e dei compiti di comando e controllo per la gestione delle emergenze.

La catena di comando e controllo previsto dal modello di intervento si realizza su più livelli che, idealmente, dovrebbero attivarsi a seconda della natura dell’evento, sulla base della classificazione e riportata nell’art.2 della legge 24 febbraio 1992 numero 225.

Capitolo 1 – Inquadramento del territorio

Il Comune di Cantalupo nel Sannio ha una estensione di circa 15,64 Kmq ed è posizionato in Provincia di Isernia, in una posizione baricentrica rispetto ai due capoluoghi di Provincia molisani:

– Distanza Cantalupo/Isernia: 21 Km
– Distanza Cantalupo/Campobasso: 34 Km

Il Comune di Cantalupo confina con i Comuni di Macchiagodena, Roccamandolfi, San Massimo (CB), Santa Maria del Molise.

Il centro abitato è posto su di un rilievo a quota 589 m s.l.m., nel settore settentrionale del massiccio del Matese, ai margini della piana di Boiano. La principale frazione di Taverna, intesa come abitato, è localizzata nell’area pianeggiante, posta a nord di Cantalupo nel Sannio, del settore nord-occidentale della piana di Boiano, a quota 535 m s.l.m..

Le caratteristiche urbanistiche di tale comune sono rappresentate dalla presenza di diversi borghi, costituiti da pochi nuclei abitativi, dislocati sulle colline e/o lungo i versanti che circondano il centro storico.

Capitolo 2 – Individuazione dei rischi e definizione degli scenari

L’obiettivo primario di ogni scenario di pericolosità e di rischio, nell’ambito del piano di protezione civile, è quello di definire e orientare le attività decisionali finalizzate alla attuazione delle azioni strategiche necessarie all’esecuzione del piano medesimo.

Lo scenario di rischio è il prodotto integrato di una attività descrittiva, accompagnata da cartografia esplicativa, e di una attività valutativa relativamente agli effetti che possono essere determinati sull’uomo, sui beni, sugli insediamenti, sugli animali e sull’ambiente, dall’evoluzione nello spazio e nel tempo di un evento riconducibile ad una o più delle tipologie di rischio di cui al Codice, articolo 16, comma 1, ovvero: sismico, vulcanico, da maremoto, idraulico, idrogeologico, da fenomeni meteorologici avversi, da deficit idrico e da incendi boschivi.

La definizione di rischio adottata nel presente piano è quella stabilita in sede internazionale dal rapporto UNESCO di Varnes & IAEG (1984), ripresa dal dipartimento della protezione civile nel 1995 per la stesura dei programmi di previsione e prevenzione

Capitolo 3 – Modello di intervento e aree di emergenza

Ai sensi dell’articolo 18, comma 1, lettera a) del Codice, la pianificazione di protezione civile deve essere finalizzata “alla definizione delle strategie operative e del modello di intervento contenente l’organizzazione delle strutture per lo svolgimento, in forma coordinata, delle attività di protezione civile e della risposta operativa per la gestione degli eventi calamitosi previsti o in atto, garantendo l’effettività delle funzioni da svolgere”.

L’elemento che mette in moto le attività d’intervento della struttura di Protezione Civile è l’avviso, che perviene alla Polizia Municipale, contenente informazioni su una particolare fenomenologia in corso, potenzialmente pericolosa per la salute pubblica, per l’ambiente ed i beni.

Nella fase di attenzione viene attivato il flusso delle informazioni con la Sala Operativa regionale, la Prefettura-UTG e la Provincia. Inoltre si procede alla verifica della reperibilità dei componenti del COC e del restante personale coinvolto nella eventuale gestione delle attività e nel monitoraggio dei punti critici presenti sul territorio di competenza.

Capitolo 4 – Informazione alla popolazione

Vengono descritti gli atteggiamenti e i comportamenti, come da linee guida della Protezione Civile nazionale, che la dovrebbe mettere in atto durante situazioni di rischio legate ad un determinato evento.

In particolare viene descritto “cosa fare” e quali comportamenti adottare in caso di:

– allerta di tipo idrogeologico
– allerta di tipo idraulico
– allerta di tipo temporali
– allerta di tipo vento
– allerta di tipo neve
– allerta di tipo disagio bioclimatico
– allerta incendi
– allerta di tipo eccezionale come terremoti e pandemie sanitarie

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